È male tutto ciò che danneggia gli altri, ma non solo…

Fare del male non è sempre così evidente, a volte si verificano delle conseguenze imprevedibili con il nostro comportamento, che possono danneggiare gli altri senza che ce ne rendiamo conto.
1) L’INGRATITUDINE: essere ingrati significa ricambiare il bene ricevuto con il male, perché può suscitare sentimenti negativi in chi ti ha fatto del bene: amarezza, rabbia, rancore, risentimento, ecc. Inoltre l’ingratitudine scoraggia a fare del bene in futuro, per questo è dannosa.
2) L’INVIDIA: questo è un altro aspetto insidioso che provoca effetti dannosi devastanti.
In genere l’invidia nasce in quelle persone che falliscono nei propri obiettivi, che non hanno le capacità necessarie per riuscire, oppure non si impegnano abbastanza e scaricano le proprie frustrazioni criticando chi riesce nonostante tutto ad andare avanti serenamente.
Questo sentimento negativo, se alimentato, può produrre effetti devastanti.
3) LA PRESUNZIONE: in genere si dà poca importanza a questo atteggiamento di superiorità, ma non bisogna sottovalutare gli effetti collaterali di questo difetto.
Esso, infatti, si manifesta in quelle persone arroganti e piene di sé…
È il contrario dell’umiltà, del riconoscere i propri errori, i propri limiti…nel sentirsi sempre vittime, incomprese e in genere queste persone non ascoltano consigli, non considerano nemmeno la possibilità di cambiare, e quindi non riusciranno a migliorare e a correggere i propri difetti.
La cosa peggiore è che non sempre si rendono conto di possedere questo difetto e non faranno niente per migliorare: uno dei punti principali per migliorare è riconoscere i propri errori.
4) L’AVIDITÀ: la smania di possesso, di accumulare oggetti, il desiderio smodato di possedere cose, persone, porta all’insoddisfazione perpetua.
La persona avida è perennemente insoddisfatta, non riesce a godere di quello che possiede già ed è sempre alla ricerca di quello che ancora non possiede.
Questi sono soltanto alcuni aspetti negativi del comportamento umano, ma possono provocarne altri ancora peggiori e più dannosi.
Il male nasce prima nella mente di un individuo e poi si manifesta all’esterno attraverso le parole e le azioni, è importante correggere i sintomi all’inizio, prima che mettano radici, non bisogna abituarsi al male, altrimenti diventerà sempre più difficile vincerlo!
Il male
Il Male è spesso una scelta (un individuo sceglie di fare “il Male” pur sapendo di operare in antitesi al “Bene”) o una necessità? (un individuo pone in essere “il Male” non potendo agire diversamente, cioè in quanto vittima di una psicopatologia?).
Sicuramente tutti qui rimarcheranno il carattere “volontaristico” del Male, e fin qui, in astratto, le cose possono sembrare semplici, e condivisibili.
Sennonchè, a riflettere un attimo, e a prendere in esame gli orientamenti di fondo del sentire comune , si giunge alla conclusione che la tendenza è quella della deresponsabilizzazione del soggetto che pone in essere “il Male”, deresponsabilizzazione almeno parziale in quanto, laddove non si rilevi traccia clinica di una vera e propria psicopatologia, si tende a una concorsuale distribuzione di colpe tra società, famiglia, scuola, etc.
Quindi, il Male inteso come libera, autonoma, e consapevole scelta oggi viene rimosso dalle coscienze collettive.
E viene rimosso, forse, perchè a una più attenta riflessione esso non può non ricondurre ad echi neanche tanto sotterraneamentere “metafisici”.
Male inteso come violazione consapevole e meditata del Bene, che poi è l’alternativa secca che, almeno dal Vecchio Testamento in poi, l’uomo si vede porre di fronte come necessità di prendere partito per una precisa scelta di “campo”.
Oggi nessuno “specialista” , laico, si sognerebbe mai di dire, di qualcuno che abbia commesso un’azione qualificabile come “male”, che costui sia una persona “malvagia”.
Insomma, il Male , inteso sic et simpliciter, fa paura anche solo a livello teorico, definitorio.
IL MALE: L’incapacità psicologica di vivere e accettare il male presente in noi.
«Quando ci si trova faccia a faccia con il male, si ha più che mai bisogno della minima particella di bene. Si tratta di fare in modo che la luce continui a risplendere nelle tenebre, e la vostra candela non ha senso se non nell’oscurità.»
(Jung – Lettera a padre Victor White, Oxford, 24 Novembre 1953)
«Riversare il male sugli altri equivale a perdere la possibilità di percepirlo e quindi perdere la capacità di trattare con esso.»
(Marie Louise Von Franz – Il mito di Jung)
«Forse egli deve sperimentare e sopportare il male e la sua potenza perché soltanto cosi può rinunciare al suo fariseismo di fronte agli altri uomini. Forse il destino, l’inconscio o Dio, o come lo si vuole chiamare, deve lasciare che egli sbatta opportunamente la testa e cada nel fango, perché soltanto un’esperienza massiccia lo tocca strappandolo, almeno per un bel pezzo, al suo infantilismo e rendendolo più maturo»
(Jung 1959, p,472)
“Tu soffri a causa del male, perché segretamente lo ami, senza esserne consapevole dinanzi ai tuoi occhi. Vorresti sfuggirlo e cominci a odiarlo. E ancora una volta resti legato al male dal tuo odio perché, sia che tu lo ami sia che lo odi, per te è lo stesso: sei legato al male. Il male va accettato. Quel che vogliamo, rimane nelle nostre mani. Ciò che non vogliamo, ma che è più forte di noi, ci trascina con sé e noi non possiamo fermarlo, senza recar danno. La nostra forza resta infatti incatenata al male. Dunque dobbiamo accettare il nostro male, senza amore né odio, riconoscendo che esso esiste e che deve avere la sua parte nella vita. In questo modo gli togliamo la forza di sopraffarci.”
(C.G.Jung – Libro Rosso, p.287)
«”L’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito.» (Jung)
”Se nel prossimo vedi il buono, imitalo;
se nel prossimo vedi il male, guardati dentro”
(Confucio)

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