Roberto Assagioli, nato Roberto Marco Grego (Venezia, 27 febbraio 1888 – Capolona, 23 agosto 1974), è stato uno psichiatra e teosofo italiano, fondatore della psicosintesi.

Laureatosi in medicina nel 1910 a Firenze con una tesi dal titolo La psicoanalisi, Roberto Assagioli fu indicato da Freud a Jung come colui che avrebbe introdotto la psicoanalisi in Italia. Infatti è ciò che avvenne sia attraverso la sua attività clinica sia per il fatto che fu il primo italiano che entrò a far parte della società Psicoanalitica Internazionale.
Assagioli collaborò attivamente con Freud ma dal 1914 si distaccò dal pensiero freudiano, ritenendolo limitato e costrittivo della psiche umana. Lui riteneva che Freud desse troppa importanza al lato più grezzo ed istintivo della sessualità umana, e soprattutto alle sue deviazioni. A queste ultime egli contrapponeva le “manifestazioni superiori dell’amore“, “i terrazzi e i piani alti” della psiche umana e il processo di “sublimazione“, che permette di trasformare le “cieche forze istintive in elevate energie emozionali e spirituali“.
Roberto Assagioli considerava la sublimazione un processo in grado di favorire il risveglio interiore dell’uomo. E infatti nel 1910 a Firenze, durante il primo Convegno Italiano sulla Questione Sessuale, sorprese i partecipanti parlando di superamento dei limiti materiali “per esplorare le vette più luminose della propria anima e studiare i più alti misteri della vita umana“.
A differenza di Freud e dei suoi seguaci più ortodossi, Assagioli riteneva che nella psiche umana non risiedessero soltanto conflitti e complessi, ma anche potenzialità creative e sane. La sua era una vera e propria”psicologia della salute“, che anticipò molti aspetti caratteristici della psicologia transpersonale. Infatti, essa si occupava anche di stati di coscienza superiore, come, per esempio, le esperienze di tipo intuitivo, religioso, spirituale, così importanti per l’evoluzione umana.
Assagioli si dedicò, in parallelo alla sua formazione e pratica clinica, allo studio approfondito delle discipline esoteriche, delle varie forme di spiritualità e misticismo, delle religioni e delle filosofie orientali in generale. Tutti questi elementi confluiscono nella psicosintesi; il termine “sintesi” viene inteso, in senso alchemico, come armonizzazione e trasformazione attraverso integrazione di vari elementi e aspetti. La sintesi può e deve essere attuata a livello individuale e collettivo, ma anche a livello culturale, come unione di Occidente e Oriente.

Assagioli ricollega alla psicosintesi il significato simbolico della Divina Commedia: il pellegrinaggio negli Inferi, l’ascesa sul monte del Purgatorio e poi l’illuminazione finale nel Paradiso indicano le tappe graduali dell’esplorazione dell’inconscio, della trasformazione psicospirituale fino al risveglio della coscienza e la rivelazione del Sé.
Assagioli viaggiò molto all’estero, partecipando a numerosi congressi internazionali e frequentando i migliori psichiatri e psicologi del suo tempo. Oltre che allievo e collaboratore di Sigmund Freud, fu amico fraterno di Carl Gustav Jung, ebbe stretti rapporti con Maslow e Tagore e incontri con Einstein, con lo scrittore James Joyce, il Lama Govinda e il maestro zen Suzuki.
Nel 1973 appoggiò la costituzione di un’associazione per la formazione di psicoterapeuti: la “Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica” (S.I.P.T.) fondata dai suoi più stretti collaboratori, che è tuttora attiva a Firenze. Diversi istituti, centri e fondazioni continuano a sviluppare il suo lavoro, in Italia e all’estero, insegnando e usando la psicosintesi.
Psicosintesi transpersonale
L’armonizzazione della personalità costituisce la meta della psicosintesi personale. Ma vi è anche la possibilità di andare oltre ed entrare in contatto con una dimensione superiore. Questa conquista viene definita “psicosintesi transpersonale”, così chiamata perché va al di là della esperienza fenomenica comune.
Dopo aver realizzato, con la psicosintesi personale, la conoscenza del sé, ossia del pianeta uomo nel suo continuo divenire, si apre così la strada ad un ulteriore processo di autorealizzazione di cui ognuno è il diretto responsabile.
Assagioli suddivide l’inconscio in inferiore, medio e superiore (supercosciente). Il supercosciente è formato dai contenuti
psichici che passano dall’inconscio alla coscienza o attraverso intuizioni, illuminazioni improvvise e ispirazioni (modo
discendente) o attraverso l’elevazione del nostro centro di coscienza a livelli superiori (modo ascendente).
Assagioli vuole affermare la realtà del supercosciente: di esso si ha esperienza diretta la quale non necessita di ulteriori dimostrazioni poiché ha in se stessa la propria evidenza e prova. Molte sono le testimonianze relative alla percezione di una Realtà superiore, e
sono state fornite da uomini vissuti in tempi e luoghi diversi.
Con ciò egli muove una critica alla psicologia ed alla scienza che
non riconoscono il supercosciente oggetto di studio: troppo occupata la prima ad indagare altri aspetti della psiche, soprattutto
gli inferiori, mentre la seconda non riconosce a quelle esperienze validità scientifica.
Assagioli riconosce a valenti studiosi quali W. James, G. Jung, V. Frankl e A. Maslow, ed altri ancora, il merito di aver applicato un metodo di studio scientifico a queste testimonianze.
Tra coscienza ed inconscio avviene uno scambio continuo.
Gli effetti di questo dinamismo sono dei miglioramenti del proprio
essere che, negli scambi tra supercosciente e coscienza, possono condurre al senso di liberazione interiore.
Il percorso che porta alla liberazione avviene attraverso fasi diverse. Assagioli ne elenca vari, corrispondenti ad altrettanti stati di coscienza:
approfondimento (del sé),
interiorizzazione, ascesa, sentiero (via),
espansione (della coscienza),
sviluppo, potenziamento
(dell’energia), risveglio,
illuminazione, beatitudine,
rinnovamento, resurrezione (ad uno stato già vissuto ma dimenticato), liberazione.
In questo percorso Assagioli fa esplicito riferimento alle teorie buddhiste: “Si ricordi che il nome proprio del Buddhaera Gautama e che ‘Buddha’ significa ‘il Risvegliato’”.
Interessante è la descrizione che Assagioli fa dell’espansione della coscienza secondo le tre direzioni: espansione verso il basso per esplorare l’inconscio inferiore, campo della psicologia del profondo e della psicanalisi, espansione orizzontale per partecipare alla esistenza degli altri esseri e espansione ascendente verso i livelli transpersonali (inconscio superiore).
Fondamentale è la distinzione tra il supercosciente ed il Sé Superiore.
I contenuti del supercosciente sono dinamici, partecipano alla vita psichica nel suo insieme, esso è quindi mutevole. Al contrario il Sé superiore è stabile, immutabile e trasmette questo senso di permanenza all’io cosciente, che ne è il riflesso, permettendoci la percezione costante della nostra identità personale attraverso tutti i cambiamenti ed i diversi stati d’animo che modificano la nostra coscienza.
Nella figura dell’ovoide il Sé è collocato all’estremo superiore del supercosciente, in parte dentro ed in parte fuori a esso significando il
rapporto di continuità ed allo stesso tempo la sua duplice natura: individuale ed universale.
L’ esperienza del Sé transpersonale produce uno stato di beatitudine, di espansione senza limiti della coscienza che non si può esprimere con le parole. Ci dice Assagioli: “Qui si viene a contatto col Mistero, con la Realtà suprema. Di questo non posso parlare; è oltre
i confini della scienza, della psicologia. Ma la Psicosintesi può aiutare ad avvicinarsi”.
L’espansione ascendente si realizza sia con l’elevazione dell’io cosciente ai livelli del supercosciente, avvicinandosi via via al Sé spirituale, sia con l’aprirsi all’influsso dell’energia proveniente da quei livelli superiori. L’elevazione volontaria dell’io cosciente richiede l’uso della volontà e può essere motivata da vari fattori: un desiderio di affermare la propria superiorità, l’evasione dalla vita ordinaria, il fascino dell’ignoto e dell’avventura o l’attrazione verso la spiritualità.
Ma per attuare questo percorso, ci avverte Assagioli è necessaria una preparazione e la giuda di un “Istruttore” che ci aiuti a superare le
difficoltà e gli ostacoli che incontreremo nelle tappe di questa ascesa. Le irruzioni dell’inconscio in una coscienza non preparata
possono infatti produrre esaltazioni e conflitti tra i contenuti consci ed inconsci e le nuove energie, da stati di gioia si può cadere in stati di vera e propri disperazione. Assagioli cita l’esempio della salita al Monte Carmelo di San Giovanni della Croce.
Per realizzare questo percorso si possono seguire più vie interne, corrispondenti ai vari tipi psicologici.
La via meditativa , che più direttamente rientra nel campo della Psicosintesi, si realizza attraverso stadi diversi che portano alla liberazione dai contenuti ordinari della mente ed alla conseguente possibilità di riflessione intellettuale, per arrivare infine allo stadio della
contemplazione che comporta dapprima il superamento di ogni dualità, poi un senso di pace, armonia e bellezza. Il suo culmine è l’unione del sé personale con il Sé Transpersonale.
La personalità che ha vissuto queste espansioni di coscienza, ha ora dei compiti psicosintetici.
Deve comprendere ed interpretare quanto è avvenuto, integrare i nuovi contenuti nella personalità cosciente distruggendo le formazioni preesistenti da un lato, e dall’altro trasformando le energie inferiori, iniziare un processo di rinascita definito precisamente da Assagioli di
morte e resurrezione. Da questa personalità così integrata si irradieranno energie positive, sia spontaneamente sia per
una volontà precisa di benedizione, di agire per il bene .
Quest’uomo si sentirà spinto a far partecipi gli altri della sue
esperienza e ad agire nel sociale per il miglioramento della civiltà.
Un esempio di passaggio di elementi psichici dal supercosciente al cosciente è dato dall’ispirazione.
Anche senza essere artisti, può accadere che sentimenti personali fungano da stimolo alla sublimazione artistica. Altri esempi sono dati
dall’intuizione, dall’immaginazione, avente carattere essenzialmente simbolico manifestantesi nei sogni, dalla rivelazione che
consiste nella percezione del Sé, dalla comprensione e dalla interpretazione (qui si colloca la difficile interpretazione dei
simboli). In particolare per quanto riguarda l’intuizione, Assagioli sottolinea come nel passato, sia in Oriente che in Occidente,
essa fosse già considerata come una funzione conoscitiva specifica ed autonoma, mentre ancora oggi la psicologia la identifica con la percezione sensoriale.
Egli riconosce a Bergson ed a Keyserling il merito di averne riaffermato il carattere conoscitivo e soprattutto a Jung il quale la considera una funzione psichica autonoma.
L’intuizione si può manifestare come l’aprirsi di un “occhio interno” che permette di percepire ciò che sfugge alla visione mentale normale, o come improvviso “lampo di luce” che illumina la coscienza. Essa ci aiuta ad intravedere la possibilità, superando il limite del dato concreto, ed a
cogliere l’oggetto nella sua essenza.
Considerando cosa l’io cosciente può ricevere dal supercosciente, possiamo parlare di telepatia interna, interna perché la sua
azione si svolge all’interno dell’individuo, nella distanza psicologica tra l’io cosciente ed il supercosciente.
Nell’esaminare l’itinerario che porta al risveglio spirituale, secondo Assagioli occorre seguire le tappe di crescita dell’uomo.
In questo percorso, egli sottolinea l’analogia esistente tra la psicologia del bambino e quella dei popoli primitivi, come già fece
Freud a proposito del “ritorno del totemismo nell’infanzia”.
Se il bambino ricorda per analogia il comportamento dei primitivi,
l’età del fanciullo può corrispondere all’inizio delle grandi civiltà. Nell’adulto troviamo invece meno esuberanza e più razionalità,
mentre nell’età matura, se la forma non ha prevalso sul lato vitale e spirituale, vi è un’onda di ringiovanimento interiore, spirituale e fisico.
E’ in questo periodo che l’uomo dovrebbe essere in grado di realizzare un equilibrio tra spirito e materia, che dovrebbe maturare un’adeguata coscienza spirituale. E’ questo il risveglio dell’anima, in cui si comprende che ogni tendenza separativa ed antagonistica è fallimentare, e che ad uno stadio superiore, dopo un lungo percorso, spesso profondamente
doloroso, porta ad uno stato “di liberazione che gli orientali chiamano Nirvana”, in cui ogni desiderio personale, ogni attaccamento è svanito, e così ogni paura.
Nel processo di realizzazione spirituale si possono osservare vari stadi:
- Crisi che precedono il risveglio spirituale – L’uomo è attaccato ai beni terreni, al punto di credere che l’unica realtà
sia quella del mondo esterno; ma può accadere che questo “uomo comune” venga sorpreso da un cambiamento nella sua vita interiore: i beni terreni possono così venire a perdere il loro valore, e l’uomo comincia a chiedere quale sia il senso della vita,
a vedere le disuguaglianze e le ingiustizie. Lo stato di disagio diventa sempre più penoso e prendono il sopravvento sensi di
colpa e di rimorso. Ciò porta ad un profondo scoraggiamento. - Crisi prodotte dal risveglio spirituale – Si ha la percezione interiore dello spirito e si comprende la differenza tra lo
spirito individuale (io superiore) e il nostro io. Il non riconoscere questa distinzione comporta il rischio di attribuire al proprio io
le qualità dello spirito superiore. - Reazioni che seguono al risveglio spirituale – Qui le tendenze e gli impulsi tendono a risvegliarsi, si ha allora uno
stato di gioia temporaneo che poi si attenua. L’uomo, la cui coscienza è ora divenuta più raffinata ed esigente, condanna
nuovamente con veemenza la propria personalità. Dubbi e critiche tornano a pervadere la mente e vi è la tentazione di
considerare tutto come una illusione. - Fasi del processo di trasmutazione – E’ lo stadio che segue al riconoscimento delle condizioni necessarie e del
prezzo che deve essere pagato per la conquista dell’autorealizzazione. Questo è un periodo movimentato e pieno di cambiamenti. - Le energie spirituali vanno in questa fase regolate e convogliate in attività feconde, pur continuando ad occupare il proprio posto nella vita.
- La notte oscura dell’anima – E’ uno stato di intensa sofferenza e malinconia descritto dai mistici.
- Assomiglia molto ad una psicosi depressiva con tendenza all’autocritica e all’autocondanna. Qui è importante capire il significato di quanto
sta avvenendo, imparare a dominare le tendenze inferiori e a sublimarle.
Lo sviluppo spirituale dell’uomo dunque è lungo e difficile e può essere accompagnato da disturbi psichici e psicosomatici. A
proposito di questi Assagioli insiste su come molti studiosi abbiano spesso considerato i fenomeni mistici come morbosi.
I disturbi nervosi e psichici dei mistici rappresentano una ripercussione organica della loro intensa attività spirituale e vanno considerati alla stessa stregua in cui si considerano ad esempio i disturbi cardiaci di atleti che hanno una intensa attività sportiva. “Questo atteggiamento di fronte alla malattia costituisce uno dei punti più importanti di differenza
tra l’antica mistica (almeno quella occidentale cristiana) e la nuova”. Per questa il corpo non è nemico dello
spirito, ma suo tempio, suo prezioso strumento ed eventuali disturbi vanno riconosciuti e controllati.
Assagioli invita i medici e gli psicanalisti a rispettare le esperienze spirituali vissute dal “malato”, ed i pazienti a riconoscere oltre al sintomo il profondo mutamento che li concerne. Critica, d’altra parte, l’eccessivo spirito ascetico, l’abiezione del corpo in quanto atteggiamenti basati su preconcetti e concezioni non giuste.
Chi ha provato l’esperienza del risveglio dell’anima, dà di questa testimonianze simili. Assagioli cita la testimonianza di Tolstoj
contenuta nelle Confessioni: “Mi accadde ciò che succede a chiunque si ammali di una malattia mortale:
prima appaiono gli infimi sintomi del male ai quali il malato non bada, poi questi sintomi si fanno sempre
più frequenti e si riassumono in una sofferenza unica e continua. (…) Ecco quello che avvenne, capii
che non si trattava di una indisposizione passeggera, ma di qualcosa di assai grave (…) Potevo
respirare, mangiare, bere, dormire (…) Ma non era vita perché non sentivo un desiderio la cui
soddisfazione mi paresse ragionevole. Se anche desideravo qualche cosa, sapevo in anticipo che dal
mio desiderio, soddisfatto o no, non sarebbe derivato nulla. (…) Una forza invincibile mi trascinava a
sbarazzarmi della vita (…) In tale stato giunsi a non poter più vivere e, avendo paura della morte, dovetti
usare degli artifizi verso me stesso per non togliermi la vita.”. Il significato di queste sensazioni è di trasfigurazione: l’anima sente che ogni contrasto si dissolve in questa manifestazione del Divino. Interessante è la testimonianza del risveglio di Tagore, grande poeta, filosofo e mistico indiano: “Quando la vita esteriore è in disarmonia con quella interiore, l’essere nostro profondo è ferito per la sua sofferenza (…) Un giorno nel
tardo pomeriggio io passeggiavo su e giù sulla terrazza della nostra casa. Lo splendore del tramonto si
univa con l’ombra del crepuscolo (…) Perfino i muri della casa sembravano acquistar bellezza (…) poco
dopo acquistai un ulteriore potere di visione che è poi durato per tutta la vita”.
Il raggiungimento di questo stato implica una purificazione. Il primo passo è la purificazione del corpo fisico (acqua, aria, sole, dieta semplice e sana), ma un atto purificatore profondo va effettuato sulle emozioni. Come già nelle teorie buddiste e nel pensiero di Schopenhauer, Assagioli suggerisce di liberarsi dal desiderio, causa di attaccamento e schiavitù. Ma anche l’immaginazione va purificata e tutto questo in un percorso che arriva alla purificazione della mente, dove si opera ladistruzione dei vecchi dogmi, dei fanatismi e delle false ideologie. Assagioli ne suggerisce le tecniche, ad esempio riflettere sull’acqua come simbolo di purezza, visualizzare una cascata di acqua che discende dall’alto e porta via ogni impurità. La paura può essere un grosso ostacolo nel percorso di sviluppo spirituale. Secondo Assagioli vi sono cinque forme di paurache stanno alla base dei cinque istinti fondamentali: paura della morte (istinto di conservazione), paura della solitudine (istinto sessuale), paura della debolezza (istinto gregario), paura di non essere stimati (istinto di autoaffermazione), paura dell’ignoto (istinto ad indagare). Anche per liberarsi dalla paura l’autore suggerisce l’utilizzazione di tecniche psicologiche quali l’esplorazione dell’inconscio, lo sviamento mediante l’attività fisica, l’uso dell’umorismo ecc., e di metodi spirituali basati sulla comunione con Dio. Ma la vera paura dell’uomo è quella di soffrire, e questo perché la sofferenza è considerata come un male. In realtà la sofferenza è frutto di un’ inevitabile causa-effetto dove la tensione verso l’alto si scontra con la separatività e l’egoismo, mentre da un certo punto di vista aiuta l’ascesa temprando e rafforzando la nostra esistenza interiore, matura la nostra coscienza rivelandoci a noi stessi. Assagioli considera importante l’accettazione del dolore come atto di fede in Dio e nella bontà della vita e in questo si possono constatare. L’ottimismo ci presenta la vita, come una condizione desiderabile, e la felicità dell’uomo quale fine di essa. Partendo da questo presupposto ognuno crede di avere senz’altro diritto alla felicità e al piacere: se poi, come accade solitamente, non li ottiene, crede allora che gli sia stato fatto un torto, anzi ritiene di aver mancato lo scopo della propria esistenza. Invece, secondo l’esempio del bramanesimo, del buddismo e anche del vero cristianesimo, è conveniente abituarsi all’accettazione e alla comprensione del dolore: “La morale buddistica, che è una specie di igiene spirituale, tende a far scomparire dentro di noi le cause della sofferenza per gli altri, mentre il suo insegnamento fondamentale – ‘Ogni dolore proviene dall’ignoranza’ – e il conseguente obbligo per tutti i suoi adepti di sforzarsi per acquisire in ogni campo le ‘Rette Vedute’, attaccano le cause delle nostre proprie sofferenze”. L’atteggiamento che assumiamo di fronte al dolore determina la qualità e le conseguenze della sofferenza. Rifiutare il dolore porta ad un suo inasprimento, comprenderne il valore spirituale invece ci eleva, donandoci una grande forza morale ed una pace profonda. Altro ostacolo allo sviluppo spirituale è l’attaccamento alle cose alimentato da istinti, passioni, desideri. Questo ostacolo può essere rimosso mediante la sublimazione, sostituendo cioè l’oggetto verso cui questo attaccamento è rivolto. Tutto questo comporta una forte dose di spiritualità, ossia la capacità di vedere le cose della vita da un punto di vista elevato. Vanno sublimate innanzitutto le energie sessuali, passionali e sentimentali. Assagioli ricorre alla lettura di mistici cristiani, in particolare di San Giovanni della Croce il quale dice che: ”solo l’amore superiore può vincere l’nferiore”.
Anche il rapporto con il denaro va gestito con lo spirito, correggendo la nostra civiltà materialistica animata da un inappagabile
desiderio di conquista e conservazione di denaro e beni materiali, espressione degli istinti primordiali, definiti da Keyserling, di
Paura e Fame originaria sviluppati nel nostro inconscio inferiore.
La proprietà giuridica ha un significato nei rapporti
tra gli uomini, ma dal punto di vista spirituale l’uomo è solamente un amministratore di beni materiali e del suo operare egli è
responsabile sia in senso spirituale, che morale e civile.
Pubblicazioni
- La prima è del 1965, quando pubblica in inglese Principi e Metodi della Psicosintesi Terapeutica . In questa pubblicazione troveranno la loro organizzazione sistematica l’interesse per la psicoanalisi e, più in generale, per i diversi approcci alla psicoterapia.
- Invece lo studio e la fascinazione per il pragmatismo americano, per il fondamentale tema della volontà e per le tecniche attive daranno vita a L’Atto di Volontà , pubblicato nel 1973 anche questo in inglese, e che alcuni considerano come uno dei primissimi manuale di coaching.
- Negli ultimi tempi della sua vita, Assagioli stava lavorando ad un libro dedicato alla psicologia dell’alto e al Sé. In esso sarebbero confluite le riflessioni di una vita sulle differenti vie che guidano gli esseri umani lungo quella meravigliosa e difficile esperienza che è il processo di auto-trascendenza e realizzazione del suo Sé più intimo e profondo. Il testo uscirà postumo, in occasione del centenario della sua nascita (1988) con il titolo, Lo sviluppo transpersonale
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