La kundalini affascina molti occidentali per il suo lato esoterico. Tuttavia non va sottovalutato il lato pseudo-patologico della Kundalini Syndrome, ovvero la sindrome da kundalini.
Molti scenziati e psicologi sono all’opera per cercare di decifrare questo enorme mistero dell’anima serpentina”. Tuttavia l’equipe di Stanislav Grof è un passo più avanti delle altre.
Stanislav Grof ha individuato in questo “potere serpentino” (Avalon) una propria crisi di risveglio che egli definisce di Spiritual Emergency. (Grof and Grof 1989 – Spiritual Emergency, When Personal Transformation becomes a Crisis, New Consciousness Reader Los Angeles J.P. Tarcher).
La Kundalini è un processo di risveglio che potrebbe richiedere mesi ed anni ed è accompagnata da sintomi di destabilizzazione del soggetto.
Tuttavia la Kundalini Syndrome viene annoverata come vera e propria crisi transpersonale e gli studiosi ammettono che lo stato di kundalini è dovuto ad un prolungato ed intenso esercizio spirituale come lo yoga, la meditazione o come risultato di esperienze passate ed incontri con la morte nelle N D E (Near Death Experiences).
La kundalini in ogni caso funge da vero e proprio risveglio pseudo-patologico che se mal interpretato o diagnosticato potrebbe essere confuso con una patologia da psicosi, psicosi depressiva o borderline.
I sintomi della Kundalini sono di ordine fisio-patologico o psicotico e non si scarta l’ipotesi di somiglianze con la schizofrenia.
Tuttavia, cercare di sopprimere il sorgere di questa crisi, potrebbe essere rischioso e potrebbe portare il paziente addirittura alla morte (Grof and Grof The Stormy search for the Self New York Perigee Books, ISBN).
Ci vorranno ancora ricerche come sosteneva C. G. Jung, uno dei primi pionieri a scorgere nella kundalini una sindrome auto-guaritiva in correlazione al processo da lui definito di individuazione.
Le ricerche sui mandala, sui loro significati psicologici, indussero Jung ad interpretare la stessa kundalini come fase o potere creativo di reintegrazione e di trasfigurazione.
Trasfigurazione che nei miti indù, è enfatizzata dal risveglio dinamico di Shiva, il dio della danza cosmica, lo sposo che nell’unione alla sposa la dea Shakti, propizia la kundalini. Questo stato di risveglio avviene per fasi e per gradi detti chakra, i punti di risveglio situati per i corpo e per la spina dorsale lì, dove soggiace il potere della serpentina.
Quest’energia è latente in ogni individuo, ma può essere risvegliata in qualsiasi momento specialmente se stimolata da ciò che Jung definì “immagini estetiche figurative”, disegno dei mandala e quant’altro dove si accede ad una fase superiore trascendente.
Più che una psicosi la kundalini è un risveglio alla trascendenza di matrice mistico-psico-spirituale, e la psicologia transpersonale al contrario della psichiatria ortodossa non ne prende le distanze. I sintomi da kundalini sono di ordine fisio-patologico: tremore, pizzichio, battito alterato, movimenti spontanei del corpo involontari, spasmi, crampi, depersonalizzazione, depressione, ed alterazione dell’apparato respiratorio.
Chi affetto da kundalini potrebbe sentire soffocarsi l’aria dentro oppure riuscire a stento a respirare. Sono risultati di fasi “pre-yoga”, cioè di prolungati esercizi respiratori (samadhi) che il karma attuale all’individuo ha emerso come materiale ed agente psicogeno. In un quadro clinico la kundalini è una patologia da somministrare con farmaci soppressivi ed antidepressivi ma come rilevano i ricercatori del transpersonale, la kundalini va intesa come fase di risveglio da emergenza spirituale e se non ostruita e bloccata, può avvicinarsi ad un processo di guarigione veloce. (Grof and Grof 1989).
In conclusione, la sindrome da kundalini diagnosticata di recente dall’American Psychiatric Association come “Problema Religioso e Spirituale” (Turner, Lukoff, Barnhouse and Lu) è un vero e proprio enigma pseudo-patologico che la moderna psichiatria non si riserva di risolvere o meglio stenta a risolverlo poichè gli mancano i supporti basilari e teoretici che provengono da secoli da una scienza millenaria esoterica come il vedanta di matrice indù o la scienza vedica che integrata ad un supporto olistico nel quadro della pseudo-patologia da kundalini, stabilizza i disturbi pranici della respirazione e canalizza l’energia dei chakra al sorgere del risveglio serpentino.
Diego Pignatelli
Il punto di vista della psicologia transpersonale e quello della psichiatria. Un’integrazione possibile.
La dimensione spirituale accompagna l’esperienza umana personale e collettiva, e può configurarsi sotto molteplici aspetti e simbologie del sacro.
Simbologie viventi e “pulsanti” che possono strutturarsi in percorsi religiosi organizzati e culturalmente definiti o in percorsi non così delimitati, dove prevale un rapporto molto personale con il sacro e le sue manifestazioni.
In entrambi i casi però è possibile leggere a livello psicologico uno snodarsi di eventi, tappe, interruzioni a volte, difficoltà o risorse.
Un’esperienza spirituale ed esistenziale vissuta in modo psicologicamente armonico può incidere sul benessere globale della persona, nel caso in cui essa invece sia foriera di difficoltà può ostacolare anche la riuscita negli altri ambiti di vita.
Per questo motivo anche nel DSM (“Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”) dagli anni ’90 in poi è stata inserita una categoria specifica sull’argomento dal nome “Problema religioso o spirituale”, rimasta ancora presente nella quinta versione del manuale.
In considerazione anche del contesto fortemente interculturale, inter-religioso e inter-spirituale in cui sempre più viviamo, i professionisti della salute (in particolare medici, psichiatri, psicologi e psicoterapeuti) a livello clinico sono chiamati a sviluppare competenze sempre più specifiche in quest’ambito, per una migliore prassi professionale, a beneficio della pratica clinica e quindi dei pazienti stessi.
Riconoscere gli elementi che contraddistinguono una crisi psico-spirituale può rappresentare un processo complesso per il terapeuta, che dovrebbe sapere valorizzare gli elementi di potenzialità racchiusi in questo tipo di crisi. Ma che in modo “erroneo” può incorrere in una valutazione “superficiale”, che non considera tra l’altro anche il contesto in cui emerge e si sviluppa, date le manifestazioni che possono apparire inusuali e quindi di difficile interpretazione.
Affrontare le tematiche spirituali in psicoterapia comporta affrontare la tematica religiosa e le problematiche connesse, spesso collegate a fattori etnico-culturali, dottrine religiose, temi esistenziali e archetipici. Le esperienze dirette di realtà spirituali tendono ad essere relegate al mondo della psicopatologia e dei gravi disturbi mentali.
La psichiatria occidentale tende a considerare patologica la spiritualità, e quindi a non fare distinzione tra un’esperienza mistica e un episodio psicotico, considerando entrambi come manifestazione di una malattia mentale. I grandi progressi in campo scientifico si sono sempre realizzati quando il paradigma più accreditato non è stato in grado di fornire spiegazioni a qualche scoperta scientifica, e la sua accuratezza è stata messa seriamente in discussione.
Nella storia della scienza, i paradigmi nascono, dominano la scena per un certo tempo, poi vengono sostituiti da altri paradigmi (Kuhn 1962).
Abbiamo bisogno di una nuova visione di tali processi e di un nuovo sfondo su cui situare i suoi innumerevoli fenomeni, tra cui quelli di frantumazione e delle crisi psico-spirituali.
Affrontare la sfida e accettare la vasta portata teorica e le implicazioni pratiche delle emergenze spirituali significa contemplare una nuova visione globale della realtà, in grado di integrare la scienza moderna con la spiritualità e il pragmatismo occidentale con l’antica saggezza. Significa contemplare la nuova rivoluzionaria comprensione della coscienza, della natura umana e della natura della realtà così come emersa dallo studio e dall’esperienza della psicologia transpersonale.
Nella pratica:
Nei processi delle crisi psicospirituali ed emergenze spirituali ci sono due fondamentali livelli: il supporto psicologico alla persona e l’elaborazione e integrazione dei contenuti che via via emergono.
Spesso la persona, nel suo percorso, vive la solitudine e la sofferenza di non essere compresa dal suo ambiente familiare o sociale più stretto e dai professionisti della salute ai quali si rivolge. Durante questo tipo di processi spesso ci si sente molto fragili, a causa del “carattere straordinario” delle manifestazioni, le persone tendono a nascondere i loro vissuti per timore di essere considerate affette da disturbi mentali o non prese sul serio. Ci deve essere la considerazione del fatto che l’ipersensibilità non gestita è causa di patologia, mentre l’ipersensibilità gestita è alla base della realizzazione.
→ Risulta quindi di fondamentale rilevanza aiutare la persona ad incanalare le sue difficoltà allo scopo di trasformarle in potenzialità evolutive.
→ Creare un sistema di supporto appropriato per chiunque attraversi una crisi di apertura spirituale e la creazione di condizioni che permettano di realizzare in pieno le potenzialità positive e una profonda trasformazione della gerarchia dei valori e delle priorità esistenziali attraverso un lavoro di integrazione.
→ La possibilità di formare una buona relazione terapeutica, con la fiducia adeguata, è una condizione indispensabile per lavorare con le persone che attraversano una crisi psico-spirituale.
→ Un trattamento appropriato, basato sulla comprensione delle crisi psico-spirituali, richiede una mappa della psiche molto estesa che comprenda anche i livelli perinatale e transpersonale.
→ Se il processo è in piena attivazione, piena emergenza spirituale, si rende necessario un percorso regolare di terapia esperienziale che aiuti il materiale inconscio a venire in superficie e per favorire la completa espressione delle emozioni e delle energie fisiche bloccate.
Colui che uscirà da una crisi psico-spirituale è colui che da un lato riuscirà a padroneggiare i propri processi interiori e dall’altro colui che riconoscerà il forte senso degli scopi profondi dell’esistenza, e spesso introdurrà anche nelle vite degli altri la realtà spirituale.
Dott.ssa Loretta Illuminati e Dott.ssa Elena Toscan
Bibliografia
• American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5 Diagnostic and Statistical Manual of Mental disorders (5th ed.), American Psychiatric Publishing, Arlington, VA; trad. it. F. S. Bersani, E. Di Giacomo e al. (2014), (a cura di Biondi M.), DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Raffaello Cortina Editore, Milano. • •
Assagioli R. (1988), Lo sviluppo transpersonale, Astrolabio-Ubaldini, Roma. • •
Grof S. (2012), Healing Our Deepest Wounds: The Holotropic Paradigm Shift, Häftad, Engelska; trad. it. F. Speciani (2013) Guarire le ferite più profonde: straordinari metodi per cambiare il paradigma della mente, Macro Edizioni,Cesena. •
Grof S., Grof C. (1989), Spiritual Emergency: When personal transformation becomes a crisi, Tarcher, Los Angeles; trad. it. C. Sborgi (1993), Emergenza spirituale, Red, Como. •
Kuhn T. (1962), La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Piccola Biblioteca Einaudi, Bologna. •
Lukoff D., Lu F., Turner R. (1998), From spiritual emergency to spiritual problem: the transpersonal roots of the new DSM-IV category, in “Journal of Humanistic Psychology”, 17, pp.21-50.
• Toscan E. (2015), Venne l’alba. La sfida evolutiva della crisi spirituale, ITI Edizioni, Milano. •
Vieten C., Shelley S. (2015), Spritual & Religious competencies in clinical practice, New Harbinger Publications, Oakland. • •
Wilber K. (1986), Lo spettro dello sviluppo. In Wilber K., Engler J., Brown D.P. (1986), Transformations of consciousness- conventional and contemplative perspectives on development, Shambala Publications, London; trad. it. Menzio A. (1989), Le trasformazioni della coscienza. Psicologia transpersonale e sviluppo umano, Ubaldini editore, Roma.


Lascia un commento